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MUSICA E PAROLE AL SERVIZIO DEL SOCIALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
World Social Word Day 2017

Il prosimo 21 marzo suoneremo Social Worker Blues ed altro alla giornata mondiale del servizio sociale 2017 che si terrà al Teatro Colosseo di Torino

Hangin' on a wire - recensione L'isola che non c'era

un'altra recensione positiva a cura di Giuseppe Verrini de l'Isola che non c'era

la trovate qui con alcune foto dalla finale al CPM del concorso Artista che non c'era

http://www.lisolachenoncera.it/rivista/recensioni/hangin-on-a-wire/

Paolo Ambrosioni & The Bi-Folkers

Ho scoperto Paolo Ambrosioni e la sua band Bi-Folkers durante la selezione dei partecipanti all’ultima edizione del concorso L’artista che non c’era. Hanno immediatamente catturato la mia attenzione e il mio  apprezzamento, insieme a quello di numerosi giurati che li hanno votati fino a portarli, nel ristretto numero dei dieci finalisti, alla serata conclusiva del concorso al CPM di Milano lo scorso settembre. In realtà Paolo Ambrosioni, torinese,  aveva fondato la band nel 2003 e  dopo una parentesi  di  qualche anno dovuta ad altri progetti musicali (BlueScuro, Broken Springs), l’ha riformata nel 2012 realizzando nel 2014 il primo disco No place to hide, a cui fa seguito questo nuovo lavoro autoprodotto Hangin’ on a Wire, uscito quest’anno.

 

La band è ad assetto variabile: infatti vede oltre al leader Paolo Ambrosioni, che ha composto tutti i dieci brani di questo album e che canta in inglese e suona la chitarra acustica e armonica, la presenza di Davide Trombini alle chitarre acustiche ed elettriche, mandolino e il fondamentale Roberto Neccoal banjo e chitarra acustica e session-man al basso e batteria. Si intuisce dai loro brani che devono aver ascoltato molti dischi di artisti come Bob Dylan, Neil Young, Johnny Cash, Bruce Springsteen, e anche le string band degli ultimi anni come Avett Brothers e Old Medicine Crow : quindi i loro riferimenti e le influenze musicali arrivano da oltreoceano e sono folk, country, roots-rock, un po’ di old-time music e bluegrass, tutti abilmente miscelati in un gradevole sound, con qualche deliziosa ballata senza tempo, arricchito dalla potente e comunicativa voce di Paolo Ambrosioni e dall’eccellente lavoro al banjo di Roberto Necco, sempre a dettare i ritmi. 

I testi riflettono l’esperienza quotidiana di vita del cantante, che nella vita fa  l’assistente sociale, e ai suoi numerosi incontri con persone e situazioni di vita che hanno in gran parte ispirato le storie, la scrittura dei testi in inglese e il titolo stesso del disco, che si traduce in “appesi ad un filo”. Si inizia alla grande con Brand New Light,  un ottimo brano elettro-acustico decisamente country-rock; la successiva Many Times è gioiosa, mentre in Nothing will Change, scura, lenta e minimale, prevale l’anima soul-gospel e blues, con una testo decisamente emozionante che parla di sofferenza e disperazione. Walkin’ along the Lineè un gran pezzo, “caldo” e ritmato, che ricorda molto da vicino le più importanti string band, con un delizioso banjo e mandolino accompagnati dal ritmo di Sergio Bolognesi e Little John Guelfi come foot percussion & hand clapping.

Da segnalare Social Worker Blues, che è vero manifesto del disco, dedicata a tutti quelli che, come Paolo, svolgono il lavoro di assistente sociale affrontando ogni giorno con grande impegno e non poche difficoltà persone e storie difficili e di grande disagio sociale; un brano questo che lascia il segno e dove ancora il banjo è in grande evidenza, fino alla conclusiva Folk’n’roll che sembra uscire dalle The Seeger Session e che vede la presenza di  Renato Tammi, alla voce e alla chitarra acustica, anche lui torinese, di cui è appena uscito con la sua band The Wooden Brothers  l’eccellente omonimo album, e Thomas Guiducci alla chitarra resonator che, insieme all’armonica del leader danno una bella impronta musicale tra folk e old-time music. 

 

Un’altra ottima band che si aggiunge ad una scena italiana che fa riferimento alla grande musica americana, in grande crescita e sempre più sorprendente, interessante e di grande qualità. Un album riuscito, tante belle canzoni, ben suonato e decisamente gradevole, che sembra provenire da una valida band made in USA; insomma, Paolo Ambrosioni & The Bi-Folkers meritano sicuramente attenzione. 

Hangin' on a wire - Recensione Il Popolo del Blues

8 NOVEMBRE 2016 by STEFANO TOGNONI in DISCHIRECENSIONI

(Produzione indipendente)

www.paolobifolkers.wixsite.com/paolo-ambrosioni

Paolo Ambrosioni ed i suoi Bi-Folkers, sono torinesi e appassionati di musica tradizionale statunitense, blues, folk, country, roots e rock’n’roll. Gli ingredienti che compongono la loro musica sono tanto semplici, quanto efficaci. Strumenti legati alla tradizione, voce adatta al genere proposto ed una perfetta amalgama tra i musicisti. Il loro esordio su cd è avvenuto nel 2014, con No place to hide. Il recente Hangin’ on a wire, è composto da dieci tracce inedite, interamente composte da Ambrosioni (voce, chitarra acustica, armonica), vero deus ex machina del progetto, perfettamente coadiuvato dai Bi-Folkers, Roberto Necco (banjo, chitarra acustica) e Davide Trombini (chitarra elettrica, acustica, mandolino). Nessuna cover di facile presa, quindi, ma brani sinceri, diretti, che dimostrano un’ottima conoscenza del genere proposto e un gusto efficace negli arrangiamenti. Non da meno sono i testi, molti dei quali basati sulle storie reali riguardanti il lavoro di operatore sociale dell’autore. Alla buona riuscita di Hangin’ on a wire hanno contribuito altri validi musicisti, tra i quali è doveroso menzionare il batterista Antonino Arcabascio e Thomas Guiducci, alla chitarra resofonica in Folk’n’roll, brano che funge da manifesto stilistico per la band. Hangin’ on a wire è un cd che, pur rispettando la musica tradizionale a cui è ispirato, la contamina con il rock’n’rol, in un’ottica più attuale. Gli appassionati di queste sonorità non rimarranno delusi.

Stefano Tognoni

Hangin' on a wire - Recensione Mescalina

PAOLO AMBROSIONI & THE BI-FOLKERS

HANGIN’ ON A WIRE

2016 - AUTOPRODOTTO

06/11/2016 - di Aldo Pedron

 

Paolo Ambrosioni fa nascere il progetto BI-FOLKERS nel 2003 con una formazione spesso variabile e improvvisata da solo, in duo o in trio e con un repertorio che pesca nei classici della tradizione americana di folk, blues, country, old-time music e spiritual.

Nel 2008 però canta e suona in due formazioni torinesi di blues e classic-rock i BlueScuro e i Broken Springs fino al 2012, anno in cui riparte la nuova band Paolo Ambrosioni &The Bi-Folkers con il preciso intento di realizzare ed incidere i propri brani inediti.

Dopo una lunga gavetta la band realizza due album: No place to hideuscito nel Marzo del 2014 e Hangin’ on a wire pubblicato nel Gennaio del 2016.

Il 22 Settembre 2016 Paolo Ambrosioni and the Bi-Folkers con Ruggero Solli, Roberto Necco e Michele Sarda hanno suonato al CPM di Milano (la prestigiosa scuola di Musica di Franco Mussida ex PFM) come finalisti del concorso musicale L’Isola che non c’era (nome ripreso dalla nota rivista italiana diretta da Francesco Paracchini) giunto alla 13° edizione. Un concorso che ha visto sfidarsi circa 200 band e loro, Paolo Ambrosioni and the Bi-Folkers sono arrivati nei primi 10.

Stiamo parlando di una originalissima folk and roll band elettro-acustica di Torino.

Dal vivo eseguono i loro brani e numerose cover pescate dal vasto repertorio di Creedence Clearwater Revival, Rolling Stones, Doors, Bruce Springsteen, Bob Dylan, Neil Young, Johnny Cash ed altri ancora, ma sempre nell’ambito della squisita scuola di musica americana e roots.

Le 10 canzoni di Hangin’ on a wire (si potrebbe tradurre come Appesi ad un filo) scritte da Paolo Ambrosioni ed arrangiate insieme ai Bi-Folkers contengono diverse sonorità folk, musica roots-rock, americana ed ampie ballate.  I testi sono fortemente influenzati e nascono dalle storie e dalle persone incontrate da Paolo Ambrosioni durante le sue giornate di lavoro di tutti i giorni come operatore sociale.

Appesi ad un filo dicevamo e le storie che racconta Paolo Ambrosioni sono di persone che in breve tempo si trovano a fare i conti con un equilibrio precario ed instabile, sia a livello materiale ma anche relazionale: sono persone spiazzate dal punto di vista emotivo e psicologico, venendo meno la certezza del lavoro e dei legami sociali e familiari. In questo ambito di precarietà Paolo si destreggia alla grande con la sua voce intensa, vigorosa ed essenziale.

Insomma si tratta di un duo più che di una band che essenzialmente è formata da Paolo Ambrosioni (voce solista, chitarra acustica, autore dei testi e suonatore di banjo) e Roberto Necco (basso e chitarra acustica) ma che all’occorrenza allargano l’organico con l’aggiunta di session-men con basso, batteria, chitarra elettrica, pianoforte e mandolino.

Hangin’ o a wire è un piacevolissimo album di country-folk, cantato in inglese che si destreggia nella tradizione popolare e per una band che sembra esattamente uscita dal midwest americano.

E come se i riformati Dream Syndicate oggi redivivi, prendessero una piega decisamente country con echi di gruppi indie-folk e nel mondo delle string band che vanno per la maggiore adesso come Old Crow Medicine Show, The Decemberists, Fleet Foxes, The Avett Brothers, Mumford & Sons, Blind Pilot, ecc.ecc.

Le ritmiche sono evidenziate dal banjo e dal mandolino e dove old-time-music, bluegrass, country e folk s’intrecciano e vanno spesso a braccetto.

Il bassista Seba è una sicurezza, un metronomo mentre al pianoforte nel brano davvero riuscitissimo Shine, dedicato al figlio di Paolo, molto suggestivo e di grande lirismo troviamo Giorgio Bancale.

In Walkin’ along the line con il supporto di Sergio Bolognesi e Little John Guelfi come foot percussion & hand clapping (percussione con il piede e battito di mani) viene esaltato ancora una volta il banjo di Roberto Necco mentre l’iniziale Brand New light sorniona e dal sound dolente e assai convincente.

Many times è decisamente country-rock con il tempo scandito dal banjo e dalla batteria. Nothing will change è un lento d’atmosfera, intimista che inizia con I’m sittin’ alone facin’ my fear… i work everyday (sono qui seduto da solo affrontando le mie paure e lavorando giorno dopo giorno).

I Got question sembra uscita dalla penna del canadese naturalizzato californiano Neil Young ed il riff dalla sua Rockin’ in the free worlddall’album Freedom del 1989 con Davide Trombini alla chitarra elettrica.

Social worker blues é il distintivo, la bandiera altisonante del gruppo, un country-rock con il banjo in evidenza ed un testo assai crudo e auto referenziale: I keep on workin’ in the dark and i know these times are hard …. you bring suffer, you trust the lies… these hard times are here to stay, social worker blues.  (Continuo a lavorare al buio consapevole che sono tempi duri, tu porti sofferenza, credi alle bugie, questi tempi duri e resteranno ancora per molto tempo, il blues per il lavoratore sociale ossia, sé stesso, Paolo Ambrosioni.

Un gran bel disco di country-folk-rock, ben suonato e cantato splendidamente, che si ascolta con molto piacere.

 
MUSICA

"Life is short... no time for bad wine"

L'ARTISTA CHE NON C'ERA 2016

Il 22 Settembre abbiamo suonato al CPM di Milano come finalisti del concorso musicale "L'Artista che non c'era", da circa 200 band di partenza siamo arrivati in finale in 10. E' stata la prima volta che partecipavo ad un concorso musicale, diciamo che come inizio non c'è male! Non avendo nessuna etichetta alle spalle è stata una bella botta di autostima e gratificazione poiché significa che le canzoni e la scrittura sono state apprezzate. Tutte gli artisti dovevano presentare 2 canzoni che li rappresentassero ed ovviamente la scelta non è stata proprio semplicissima. Non abbiamo vinto (complimenti ancora ai Crowsroads, giovanissimi ma bravissimi) ma già suonare al CPM è stata una soddisfazione enorme: accoglienza, professionalità, organizzazione perfetta, bellissimo palco, dovevi veramente solo attaccare il jack e suonare. L'obiettivo non era la gara in sé ma approfittare di una vetrina molto importante per far ascoltare la nostra musica visto che si suonava davanti ad una giuria qualitativamente importante. Abbiamo ricevuto apprezzamenti sinceri ed avuto la possibilità di farci sentire e conoscere. E' stata la nostra vittoria. Grazie ai musici che mi hanno accompagnato, Ruggero SolliRoberto Necco e Michele Sarda. Grazie a Francesco Paracchini ed a tutto lo staff Isola che non c'era e CPM per l'accoglienza e l'organizzazione, davvero eccezionale. E' stata una bellissima festa di musica. Good vibes

HANGIN' ON A WIRE RECENSITO SU BUSCADERO

E' con grande orgoglio e soddisfazione che condividiamo questo "ritaglio" dal numero di aprile 2016 dI Buscadero, in cui Hangin' on a wire viene recensito.

Grazie alla redazione che ci ha apprezzati e dato spazio, e grazie a tutti coloro che ci hanno ascoltato, "comprato", "regalato", ospitato e dato spazio per esibirci.

Nella sezione Discografia potete trovare anche le altre recensioni.

Folk 'n Roll!

HANGIN' ON A WIRE, DOVE TROVARLO

Potete trovare Hangin' on a wire in vendita ai nostri concerti, e presso:

 

- L'Emporio di Pinin, p.za Risorgimento 30/A, Torino

- La Galleria dei Suoni, via Ormea 34, Torino

- Casa Musicale Caldarice, via S. Francesco da Paola 8, Torino

- Paper Moon, via Galimberti 37, Biella

- Bar L'Angolo del Caffè, via dei Gelsi 128 A/B, Roma

- Slow Mood, via V. Monti 13/O, Torino

 

A breve comunicheremo altri punti vendita, e possiamo anche spedirlo.

 

Inoltre, potete trovare Hangin' on a wire presso tutte le piattaforme di distribuzione musica digitale (Amazon, iTunes, ecc.)

 

P.S. Nella sezione Musica del sito potete sentire qualche traccia.

FOTO - dalle sessioni di HANGIN' ON A WIRE
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